C’è un po’ di Parma in Norvegia

Intervista al regista Daniele Di Domenico

Cosa unisce Parma alla Norvegia? Domanda stravagante che però ha un serio fondamento. Che poggia sulla figura dell’autore, produttore e regista abruzzese Daniele Di Domenico: da molti anni legato alla città emiliana dove ha dato vita allo Studio Kairos, specializzato nella produzione di documentari e serie animate su temi educativ e ambientali. Come ad esempio il progetto Sval & Bard ,nato dalla collaborazione con l’UNIS, il centro universitario delle Svalbard, in Norvegia, e dal quale ha preso avvio una conversazione che ha coinvolto la vita, non solo professionale di Daniele Di Domenico..

Quando nasce lo Studio Kairos?
“Come studio professionale associato nel 2007, dall’iniziativa di tre soci: io, Daniele Di Domenico (Responsabile del settore video e multimediale), Simone Cau (Illustratore e Grafico) e Cecilia Cinelli (Educatrice).
Fino al 2011 lo studio realizza prevalentemente progetti educativi per le scuole, nell’ambito dei quali vengono realizzati prodotti di comunicazione come: fumetti, libri illustrati, video, siti web. Nel 2011-2012 vengono realizzate le prime produzioni video di rilievo: Terramacchina (Documentario prodotto su commissione per l’Università di Parma) e The Arctic Adventures of Dioxy (Serie di animazione/live action, realizzata in coproduzione con lo University Centre in Svalbard – Norvegia), di taglio divulgativo/educativo, che consentono di iniziare a sperimentare linguaggi cinematografici differenti, come il documentario e l’animazione, di solito mescolati tra loro all’interno della stessa opera audiovisiva.
Lo stile dello studio associato Kairòs si caratterizza fin da subito per un utilizzo disinvolto di diversi media e di molteplici linguaggi, nell’abito di progetti crossmediali e di campagne di comunicazione per centri di ricerca e istituzioni di livello nazionale e internazionale. La possibilità di lavorare in un contesto europeo consente al team di acquisire un atteggiamento di apertura verso altre culture ed altre metodologie di lavoro, maturando esperienze che lo fanno crescere professionalmente.
Nel 2016 l’esperienza dello studio professionale associato si esaurisce e nasce Studio Kairos SRLS. I tre soci delle origini si separano e io divento socio e amministratore unico della nuova società. Lo studio conserva nel suo ‘patrimonio genetico’ lo stile e i valori delle origini, dedicandosi in modo prevalente a produzioni per un pubblico di bambini e giovani adulti, mantenendo vivo il gusto per la sperimentazione e conservando l’attenzione per temi di alto profilo etico.”

Quali sono e come nascono le vostre collaborazioni più importanti?
“Tra le collaborazioni più importanti vantate dallo studio c’è quella con l’UNIS (The University Centre in Svalbard), il centro universitario più a nord del mondo, che si è estesa successivamente ad altre istituzioni presenti nell’arcipelago, in particolare legate alla protezione dell’ambiente e al turismo. L’esperienza alle Svalbard si è realizzata tra il 2011 e il 2016, periodo durante il quale ci siamo recati in loco almeno una volta all’anno, per portare avanti i diversi progetti in corso.

Nel 2013-2014 lo studio associato realizza la sua prima produzione indipendente, Hands, un social movie che racconta l’importanza delle mani nella nostra vita. L’opera unisce in un film collettivo i contributi video di una community di 500 persone, costruita attraverso i canali social dello studio, durante un anno di intenso lavoro. Anche in questo caso il progetto si caratterizza per il taglio innovativo e consente al gruppo di attirare l’attenzione dei media, tra gli altri il Tg2, che gli dedica un servizio nell’edizione delle 20:30. (GUARDA IL VIDEO).
Nello stesso periodo però l’attività di educazione inizia a diminuire in modo significativo, penalizzata dai tagli agli investimenti pubblici in istruzione e ricerca. Questo settore quindi si indebolisce progressivamente, diventando un ambito di attività marginale per lo studio associato, anche se l’attenzione verso un pubblico di bambini e giovani adulti rimane un aspetto costitutivo nel DNA del gruppo.”

I progetti futuri più importanti?
“Attualmente, tra i più importanti, il lungometraggio The life inside, che intende raccontare il rapporto tra genitori e figli durante i 9 mesi di gestazione, e la serie animata per la TV dal titolo Tardy, un fantasy di ambientazione naturalistica, che dovrebbe entrare in produzione nel 2022.”

Ma veniamo ora al citato Sval & Bard. Quando, come e perché nasce il progetto?
“L’idea nasce durante uno dei nostri viaggi alle Svalbard, nel corso del quale entriamo in contatto con il decalogo delle regole da rispettare quando ci si reca in vacanza in qui luoghi selvaggi ed estremi, che presentano allo stesso tempo elementi di fragilità per la tutela della natura e rischi per i viaggiatori.
Così abbiamo pensato di raccontare in modo divertente ai turisti queste 10 regole, ed è così che sono nati Sval e Bard. Il progetto è stato presentato all’UNIS e al Consorzio dei Tour Operator delle Svalbard, che hanno deciso di sostenerlo. Successivamente abbiamo partecipato a un bando per la promozione di progetti di comunicazione legati all’ambiente e abbiamo vinto un finanziamento che ci ha permesso di partire.
La produzione è stata realizzata tra il 2014 e il 2016 (serie animazione/stop motion, realizzata in coproduzione con Mammafotogramma Studio e Magicmindcorporation, con il sostegno dello Svalbad Environmental Protection Fund – Norvegia). La serie ha ricevuto un ottimo riscontro di pubblico in rete totalizzando su FB 300.000 visualizzazioni in un mese.”

Chi sono Sval e Bard?
“Sono due turisti maleducati, ispirati alla tradizione nordica dei Troll, che si recano in vacanza alle Svalbard, ma affrontano il viaggio assolutamente impreparati. Indossano infatti camicia hawaiana e calzoni corti e in ogni episodio infrangono una delle 10 regole fondamentali, sperimentando sulla propria pelle le conseguenze della loro condotta impertinente. Sval e Bard incarnano quel desiderio di infrangere le regole che, in fondo, ognuno di noi prova quando gli viene detto cosa fare e cosa non fare. Forse per questo i personaggi hanno avuto successo, perché il pubblico ha visto qualcosa di sé stesso e si è creata quella connessione empatica che è fondamentale in questo tipo di progetti.”

Come funziona la tecnica dello stop motion?
“Il progetto è stato molto articolato e ha richiesto diverse fasi di lavorazione per cui, a partire dalla tecnica della stop motion, sono state realizzate alcune sperimentazioni di interazione tra personaggi animati e ambienti reali.
Prima di tutto ci siamo recati alle Svalbard per fotografare e filmare gli ambienti in cui si sarebbero svolte le storie dei 10 episodi.
Nel frattempo sono stati costruiti Sval e Bard, realizzati con un’armatura in filo di alluminio e un rivestimento in silicone, mentre i vestiti sono di stoffa.
Una volta in studio, abbiamo retro-proiettato su uno schermo gli sfondi girati alle Svalbard e davanti allo schermo abbiamo ricostruito dei set che riproducevano quegli ambienti, utilizzando materiali reali. I set sono stati illuminati artificialmente, riproducendo le stesse condizioni di luce degli sfondi, in modo da realizzare un perfetto match tra background e foreground.
Una volta costruiti i set e tutti gli oggetti, i personaggi sono stati animati utilizzando, appunto, la tecnica della stop motion. Il movimento dei personaggi viene scomposto in 24 pose al secondo e l’animatore muove manualmente il pupazzo, in modo da fargli compiere il movimento desiderato. Ad ogni movimento viene scattato un fotogramma e il lavoro procede in questo modo, scena per scena. In postproduzione i fotogrammi vengono messi uno dietro l’altro e la riproduzione in successione crea l’effetto ottico di un movimento fluido.
Si tratta di una tecnica molto complessa e lunga, che consente di produrre circa 6-8 secondi di animazione al giorno.”

Rispetto al lavoro e tempo investiti nel progetto, Sval & Bard hanno avuto un successo adeguato?
“Il progetto ha partecipato a 21 festival in tutti e 5 i continenti, riscuotendo successo sia tra il pubblico sia tra gli addetti ai lavori. Visto che sono abruzzese, mi piace ricordare in particolar modo il Festival del Cinema Naturalistico e Ambientale di Teramo, dove abbiamo vinto il premio del pubblico.
Inoltre, tra tutti gli altri, abbiamo ricevuto un importante riconoscimento nel corso di una premiazione alla Camera dei Deputati lo scorso Ottobre.” 

Loris Forti