Giovane Parma. O no?

Intervista a tre “tipologie” di giovani fuorisede

Parma è una città per giovani? A questa domanda risponderanno Davide, Anna e Beatrice. Davide è un calciatore del Fiorenzuola, Anna è dipendente della Barilla e Beatrice studia Medicina all’università di Parma. Hanno origini, storie e destini professionali diversi ma tutti e tre stanno costruendo il proprio futuro nella città crociata.
Il primo intervistato è Davide Arrondini, calciatore del Fiorenzuola, squadra che da questa stagione milita in serie C. Davide è nato a Pesaro nel 1999 ma vive a Fiorenzuola che è in provincia di Piacenza ma spesso frequenta Parma per svagarsi dopo gli allenamenti e per sostenere gli esami di università telematica.
Da quanto tempo sei in città? “Mi sono trasferito a Fiorenzuola (Piacenza) che è circa 25 minuti da Parma nell’agosto 2019 ma vado a Parma 2 volte al mese circa perché Fiorenzuola è molto piccola e a Parma c’è più vita.”
Ogni quanto torni a Pesaro? “Dipende molto dalle trasferte e dalle partite infrasettimanali, che nei professionisti sono tante e anche il covid ha influito sulla riprogrammazione del calendario. Generalmente torno a Pesaro una volta al mese e rimango in città poco più di 24 ore dopo le partite casalinghe dato che le squadre del nostro girone sono tutte del Nord Italia.”
Quali sono le differenze di vivere fuori casa? “Prima d’ora non avevo mai vissuto fuori casa e non è stato facile inizialmente, ma dopo 3 anni mi rendo conto che è ciò di cui avevo bisogno perché mi ha fatto aprire gli occhi. Preferisco vivere da solo ed essere autosufficiente. Ho i miei orari e posso gestire la giornata come preferisco. Se voglio rimanere di più al campo o mangiare più tardi lo faccio senza avere “paura” che qualcuno mi aspetti.”
Cosa ti manca maggiormente di Pesaro? “Sicuramente gli amici, la ragazza e la famiglia. Ma dopo 3 anni qua posso dire che quando torno nelle Marche “non mi sento a casa” dato che la mia quotidianità e la mia vita è ormai a 250 km.”
Che luoghi frequenti a Parma? “Mi faccio prettamente un giro in centro e mi fermo con i miei compagni in qualche bar a bere qualcosa. Facciamo molto raramente tardi alla sera perché l’essere sportivi non ce lo permette quindi andiamo a Parma nell’orario aperitivo il venerdì o il sabato.”
Per andare a Parma come ti muovi? “Vado con 2/3 miei compagni in macchina e poi ci muoviamo a piedi. La “trasferta” parmense è praticamente l’unico momento in cui decido di guidare perché per andare ad allenamento o fare la spesa mi muovo a piedi.”
Pensi che Parma sia una città per giovani? “Posso definire Parma una città universitaria e ciò fa sì che ci siano tanti giovani. L’Università è una grande dote in questo senso perché attira molti giovani che non sono studenti ma che vogliono divertirsi in mezzo ai coetanei. Questa è una grande differenza con la mia città natale, nella quale i giovani sono prettamente del luogo.”
Se fossi un membro della giunta di Parma cosa miglioreresti della città? Quali sono le differenze rispetto a Pesaro? “Noto che Parma è una città molto trafficata e non mi sembra così collegata a livello di ciclabili come Pesaro in cui è presente una “Bicipolitana” che collega diversi quartieri. Non sono abituato a città trafficate e spesso quando mi muovo a Parma, sia alla mattina che al pomeriggio, incappo nel traffico.”

La seconda intervista è stata fatta a Anna Laura Zanotti, ventiseienne di Lavezzola, piccola frazione tra Ravenna e Ferrara. Anna si è trasferita a metà gennaio a Parma per lavorare in un’azienda simbolo della città, la Barilla. Anna non è alla prima esperienza da fuorisede, infatti ha vissuto 3 anni a Bologna e 3 anni a Milano dove si è laureata in Ingegneria dell’alimentazione.
Ogni quanto torni a casa? “Lavoro dal lunedì al venerdì quindi torno dalla mia famiglia ogni weekend.”
Non è la tua prima esperienza fuori casa ma è la prima da lavoratrice fuorisede, quali differenze noti all’interno della routine? “Quando studi organizzi te la giornata quindi sei più libero di prenderti momenti per lo svago. Con il lavoro, invece sei più limitato e devi rispettare certi orari. Sto soffrendo molto questo fatto perché mi considero una “festaiola” ma dopo una giornata di lavoro non ho le forze per andare a ballare. Conto di abituarmi a breve e uscire maggiormente dalle 18 in poi, ovvero quando finisco di lavorare.”
Cosa ti manca di più di casa? “Per me l’appoggio e il dialogo con la famiglia è fondamentale e quello non te lo può garantire nessun coinquilino. Anche gli amici mi mancano perché a loro volta sono fuorisede e quando torno a Lavezzola non sempre sono presenti.”
Come ti muovi per la città? “Ho la fortuna di abitare in centro, quindi mi muovo a piedi. Mentre per andare al lavoro vado in macchina dato che sono nella Head Quarter Barilla che dista circa 20 minuti da casa mia.”
Non è la tua prima esperienza fuori casa ma è la prima da lavoratrice fuorisede, quali differenze noti all’interno della routine? “Quando studi organizzi te la giornata quindi sei più libero di prenderti momenti per lo svago. Con il lavoro, invece sei più limitato e devi rispettare certi orari. Sto soffrendo molto questo fatto perché mi considero una festaiola ma dopo una giornata di lavoro non ho le forze per andare a ballare. Conto di abituarmi a breve e uscire maggiormente dalle 18 in poi, ovvero quando finisco di lavorare.”
Cosa ti manca di più di casa? “Per me l’appoggio e il dialogo con la famiglia è fondamentale e quello non te lo può garantire nessun coinquilino. Anche gli amici mi mancano perché a loro volta sono fuorisede e quando torno a Lavezzola non sempre sono presenti.”
Cosa fai nel tempo libero? “Se non sono troppo stanca dalla giornata lavorativa vado in palestra oppure mi dirigo verso i locali del centro per fare aperitivo. I posti che frequento sono: 800A, Arte gusto, L’oste magno, Signor Vino, Osteria Fontana.”
Parlando di Parma come città, quali sono le differenze che riscontri rispetto alle città in cui hai vissuto precedentemente? “Con Lavezzola il paragone non sussiste siccome è “un’altro mondo”. Milano invece è una città molto più grande e non si riesce a girare a piedi come faccio a Parma. A livello di servizi Milano è sicuramente più all’avanguardia anche se il costo della vita è leggermente più alto. Invece Parma e Bologna le reputo due città simili a livello di dimensioni del centro, anche se a Bologna c’era più vita notturna.”
Hai parlato di vita notturna, reputi Parma una città per giovani? “Definirei Parma una città per famiglie perché è una città ricca con un’ottima qualità della vita. Sono consapevole che sia una città universitaria ma a livello di locali non è nemmeno paragonabile a Bologna o Milano. Ad esempio non ci sono discoteche.”
Se fossi un membro della giunta di Parma cosa miglioreresti della città? “Farei sicuramente più cose per giovani con più iniziative dedicate a loro. Essendo città universitaria le potenzialità ci sono, ma spesso tra settimana i giovani stanno in casa. Inoltre, i parcheggi sono pochi e a pagamento, per quanto mi riguarda è sempre difficile parcheggiare l’auto”

L’ultima chiacchierata è stata con la ravennate Beatrice Fabbrizio. La ventiduenne si è trasferita a Parma per inseguire il sogno di diventare medico; infatti, è al secondo anno di Medicina. Anche per lei non è la prima esperienza da fuorisede perché ha vissuto qualche mese a Ferrara dove frequentava biotecnologie, prima di entrare in graduatoria per Medicina nel settembre 2020.
Ogni quanto torni a Ravenna? “Torno a casa circa una volta ogni tre settimane”
Quali sono le differenze che hai notato nella vita da fuorisede? “Vivo con altre due ragazze che ho conosciuto qua, quindi l’organizzazione e il rispetto degli spazi è fondamentale. Sicuramente mi sento più autonoma ma ciò comporta anche cucinare, fare le pulizie e fare la spesa.”
Come ti muovi in città? “A Parma non ho la macchina quindi mi muovo a piedi e con i mezzi pubblici. Vivo di fronte all’ospedale che comprende anche la facoltà di medicina, quindi per me è molto facile raggiungerla a piedi. Per spostarmi verso il centro invece prendo l’autobus.“
Cosa ti manca maggiormente delle altre città in cui hai vissuto? “Ferrara, l’ho vissuta poco perché dopo qualche mese ci siamo chiusi in casa a seguito della pandemia e facevo le lezioni online. Invece di Ravenna mi manca molto, sia a livello di affetti dato che i miei amici e la mia famiglia che di abitudini. Io sono un amante del mare e vivere a 10 km da quest’ultimo lo ritengo importantissimo. Qui a Parma, quando inizia ad essere caldo non so che fare e preferisco decisamente una passeggiata sulla sabbia che in un parco.”
Cosa fai nel tempo libero? “Il carico di studio di Medicina è molto elevato quindi non ho troppo tempo libero, ma da poco mi sono iscritta in palestra e nei weekend vado in centro o faccio alcune gite fuori porta con alcune compagne di corso.”
Pensi che Parma sia una città per giovani? “Penso di sì perché quando giro per il centro ci sono tanti coetanei, ma non ai livelli di una città come Bologna ovviamente. Da quello che so si sta cercando di organizzare eventi e feste ma ancora “la movida” non mi sembra troppo sviluppata, forse anche a seguito della pandemia. Ad esempio, Ravenna è più ricca di discoteche, sia in estate che in inverno, anche in centro città, mentre, da quello che conosco, a Parma le discoteche sono in periferia e per me non è facilissimo raggiungerle.”
Se fossi un membro della giunta di Parma cosa miglioreresti della città? “Non è una domanda facile però riporto la mia esperienza. Spesso per tornare a Parma dopo il weekend passato a Ravenna devo prendere il treno al lunedì mattina e non alla domenica. Ciò accade perché alla domenica sera non c’è l’autobus attivo che porta dalla stazione alla zona ospedale rendendo impossibile il mio tragitto verso casa.”

Tre passati differenti, tre professioni differenti e tre obiettivi differenti. Le cose che accomunano questi ragazzi sono l’età e la consapevolezza di vivere in una città rinomata come Parma. Davide a differenza delle due ragazze, definisce l’abitazione emiliana come una casa e quando torna a Pesaro si sente quasi un estraneo. È curioso capire come i tre, nonostante routine differenti, frequentino il centro di Parma allo stesso orario, ma è altrettanto curiosa la loro visione di Parma. Non tutti la reputano una città rivolta ai giovani come pensa Davide. Anna, festaiola di natura, la reputa una città ideale per le famiglie, mentre per Beatrice è una città di giovani ma non per giovani. Interessante anche capire il loro interesse a migliorare la città con tre proposte differenti ma analoghe. Per Davide il problema numero uno è il traffico e la mancanza di una rete di piste ciclabili adeguata. Per Anna uno dei problemi più evidenti è per quanto riguarda il parcheggio. Per la studentessa Beatrice invece sarebbe importante incrementare gli autobus soprattutto nel weekend. Sembrano tre concezioni differenti dei problemi parmensi ma in realtà sono tutti rivolti a migliorare la viabilità. 

Leonardo Ferri