
Hasta la Guayabera, siempre
Una leggenda che da 20 anni fa rima con Parma
L’
hanno anche chiamata la mentirosa (la bugiarda): solo indossarla eleva lo stato sociale, ti fa credere di essere almeno un gradino più su.
Una intera nazione da 200 anni si fascia in quella camicia di lino.
Pochi leggerissimi grammi di tessuto che hanno fatto cronaca e storia di Cuba: come il rum, i sigari, la musica.
È una casacca da marinaio assomiglia ad una sahariana, ma ha un’anima e una storia che profuma di terra, di leggenda.
Un uomo doveva averne nell’armadio almeno una trentina, stirate e inamidate.
Il suo nome è Guayabera e quelle quattro tasche erano proprio per portare frutta dissetante, le guayabas (specie di piccole pesche) per idratarsi quando si andava nei campi sotto il sole caraibico.
Poi col tempo, quando i cubani coi sigari iniziarono a salire sulle Corvette o sulle moto Harley, che ancora oggi sono mezzi di locomozione maggioritari nell’isola, le due tasche basse ingombranti per guidare, sono sparite ed è nata la Guayabana.
Quei pochi freschi grammi di lino sono stati indossati da Fidel, Che Guevara, Hemingway, Garcia Marquez, Marlon Brando.
Una leggenda che da vent’anni fa rima con Parma, una leggenda che serve nel suo piccolo a spiegare i cambiamenti, anche imprevedibili dal castrismo all’americanizzazione.
Protagonista della storia, Luca “Bongo” Corradi.
“Bongo” è stato uno dei negozi storici della Parma ai vertici della moda e dello stile: gli anni di Guido Pellegrini, Filippo Alpi, Old England, Ricchetti…
La mentirosa (la bugiarda)
Nel 1999 Corradi (suo zio Giorgio era il celebre biciclettaio in via D’Azeglio, di fronte all’Università) con Otello Ghillani si innamora di questo design autoctono cubano.
Di questo capo antico con le cuciture pieghettate sul fronte e sul retro (le alforzas) che ricordano tanto le colonne classiche dell’architettura coloniale.
E ottengono l’autorizzazione a produrre ed esportare. Non è facile e anche i vertici dell’isola si domandano se quelli “sono italiani o son tonti?” certi che la guayabera non può avere vita fuori da Cuba!
I due parmigiani visitano fabbriche, incontrano esperti, studiano i tessuti e i processi di produzione.
La mentirosa va, balza al settimo posto nella classifica delle esportazioni della Cuba di Castro.
8 mila pezzi.
Protagonisti di una storia straordinaria.
Luca inizia anche a pensare a nuovi materiali si domanda come mai questo lino irlandese non possa sposarsi con fili dei kimono, lane biellesi e sete comasche o materiali tecnici che ne aumentino portabilità e alterità.
Ma quando finiscono embargo e castrismo, in barba a tutte le previsioni, la guayabera s’inceppa, la produzione a Cuba è impossibile e torna a cifre minime.
Luca Corradi la rilancia dallo Yucatan, dal Messico, Inizia una nuova avventura, pochi grammi di tessuto pesanti e meravigliosi come la storia vissuta da chi dentro quella camicia ci ha sempre messo il cuore.
E in questa calda estate, arriva la notizia: Il governo Cubano ha deciso di reintrodurre la Proprietà Privata: Previsto un referendum popolare compreso fra il 13 agosto e il 15 novembre.
A Cuba tornano il Mercato e la Proprietà Privata.
L’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, il Parlamento di Cuba, ha approvato all’unanimità il progetto di Costituzione destinata a sostituire quella del 1976, che ha modificato sostanzialmente l’organizzazione dei poteri dello Stato introducendo le figure di Presidente, Vicepresidente e Primo Ministro.
Chissà che il viaggio Antelami – Habana non riprenda, come fossero pagine di quell’altro Strajè, letterario, Davide Barilli dalla casa sul torrente all’anima dell’Isla Grande.
Antonio Mascolo