I Mille

Caro Anonimo Parmigiano,

ho letto con piacere le tue considerazioni su “La cena dei Mille”, scritte con la consueta leggerezza ed arguta ironia. Con la speranza di riuscire a mantenermi sulla stessa lunghezza d’onda, desidero manifestarti i pensieri che hanno suscitato in me le immagini fotografiche della festosa manifestazione, non avendovi partecipato né come “benefattore” né come “ospite”.

D’accordo, 11mila euro su un incasso di 89mila significa che la “beneficenza” era una foglia di fico su un evento mondano come tanti, le briciole cadute dalla chilometrica tavolata. Va bene, la manifestazione aveva un vago sentore vignaliano. Senza dimenticare, però, che il meschino è stato Sindaco ad altissimo gradimento, prima della rovinosa caduta; non certo il sobrio, austero ed onesto Lavagetto, in fondo così distante dal “sentiment” di una città in cui il rigore protestante non ha avuto molta fortuna.

Detto ciò, vogliamo accettare una volta per tutte che Parma, nel bene e nel male, è anche questo? Che è una città industriosa e laboriosa quant’altri mai, forte e solidale in molti frangenti, vivace e ricca di iniziative; ma fortemente amante della convivialità, del buon vivere, del “loisir”, della buona tavola.

Quella foto dal drone in cui la via Emilia appariva come una lunga tavolata candida e ben apparecchiata, non è la folgorante rappresentazione della via Emilia tout-court, nella sua storicamente radicata aspirazione ad essere la strada dell’abbondanza, delle paste ripiene e delle carni arrostite, dal castrato bizantino della Romagna al maiale longobardo dell’Emilia. Forse è brutale dirlo, ma questo, prima di ogni altra cosa, sta nel fondo del nostro animo generoso. E questa è l’immagine della nostra città, in Italia e nel mondo. Se ho un rammarico, forse, è che quella bella immagine di una via Emilia lastricata di eleganti coperti non abbia avuto un’eco più ampia sui media nazionali e non…

Siamo fatti così, perché infine non accettarlo? Ci piace apparire, ci piace lo struscio in centro, la movida, il foyer del regio e il concerto in piazza, la squadra in serie A; ci piace vivere alla grande (possibilmente al di sopra delle nostre possibilità), avere il ristorante stellato, anche se poi andiamo in pizzeria… Credete davvero che Pizzarotti, se avesse continuato con i toni apocalittici e savonaroliani dell’esordio a Cinquestelle sarebbe mai stato rieletto? L’è un “ragass dal sass” e non ci ha messo molto a rientrare nel “mood” cittadino…

Parma è una città dolce ma anche un po’ selvatica, sicuramente terragna di carattere. Abbiamo avuto, non il kilometro Rosso, non ancora quello Verde, ma quello…Apparecchiato!
Prendiamola così, con un po’ di auto-ironia, ma anche auto-assolvendoci per questi nostri peccatucci veniali. Ridiamoci sopra, come fai tu. Ma non è il caso di farne un Caso, ci sono questioni assai spinose e cogenti all’orizzonte della nostra città che meriteranno, quelle sì, molta attenzione.
E poi, non sarà mica un caso se uno dei personaggi più vividi del cinema del primo Bertolucci è l’assaggiatore di culatelli de “La strategia del ragno”. E non pare anche a te che il suono delle affettatrici mentre sfogliano il prosciutto sia così evocativo di quello dei violini nell’Ouverture de La Traviata?
Riccardo Tonioli