
La movida fantasma
Muore d’inverno la vita per strada
Dove sono tutti? Spesso, da studente fuori sede a Parma, mi sono posto questa domanda. Il motivo è semplice. Durante i periodi autunnali e invernali, infatti, la città appare vuota, deserta, priva di vita. Certo, il freddo e l’umidità della pianura Padana non aiutano a uscire e socializzare. Ma mi sono ritrovato molte volte a chiedermi dove fosse sparita la tipica movida delle città universitarie italiane. A Pisa, città da cui provengo, la situazione è differente e, a dispetto delle norme anti-movida del neo-sindaco leghista, esistono moltissimi punti d’incontro e aggregazione. Caldo o freddo che faccia, infatti, le strade e le piazze sono sempre piene di vita. Ovviamente questo contribuisce anche a rendere Pisa più rumorosa e sporca, rovinando l’aspetto di una bellissima città d’arte italiana. Però qui siamo all’estremo opposto. Le piazze sono silenziose, le strade linde, tutto è in ordine, per cui mi chiedo: cosa dovrebbe fare un ragazzo della mia età in una città del genere? Magari rinchiudersi in un bar. Peccato che in Oltretorrente, ovvero la parte più storica e popolare della città, i bar chiudano prima delle 11 e dall’altro lato del ponte, la zona più “in”, i locali siano pochi, affollati e cari. In questo modo il Comune regola la vendita di alcolici, elimina il commercio abusivo e impedisce alle persone di bere in strada. Tutto giusto, se non fosse per il fatto che i locali sono piccoli e quindi dopo un po’ si è inevitabilmente costretti a uscire, se non si è preso posizione dalle sette di sera. E poi uscire per andare dove? Magari in un locale ad ascoltare un po’ di musica. Purtroppo però a Parma non esistono molti locali e, inoltre, i pochi che ci sono fanno serate una o due volte a settimana, rendendo impossibile lo sviluppo di un “flow” sociale continuo. Gli eventi culturali e musicali, che già sono rari, non sono poi all’altezza delle aspettative. Chiaramente ogni tanto c’è qualche bella mostra o un bel concerto, ma si ripropone il discorso di prima, ovvero che il flow sociale non è libero di scorrere. E così ti ritrovi a passare un altro grigio inverno parmigiano, magari a casa. Perché è lì che gli studenti passano le serate, non avendo un posto dove riunirsi e dovendo sopravvivere all’umidità padana.
A Parma, col pretesto di rendere migliore la città, si è riusciti solo ad ottenere un progressivo intorpidimento delle masse giovanili.
Un tempo, però, non era così. Da quello che raccontano i nativi fino a pochi anni fa via d’Azeglio, via principale dell’Oltretorrente, era costantemente piena di gente, tant’è che si faceva quasi fatica a camminare. Successivamente, in seguito alle lamentele dei cittadini, la movida ha cessato di esistere e adesso in via d’Azeglio si sentono solo i passi di chi vi cammina. Da un lato sono stati eliminati gli schiamazzi, i vetri di bottiglia rotte e gli atti di vandalismo, e questo è senz’altro un pregio. Dal’altro, però, è stata uccisa la movida che, con tutti i difetti che può avere, è fondamentale per socializzare, divertirsi e fare nuove esperienze. A Parma, col pretesto di rendere migliore la città, si è riusciti solo ad ottenere un progressivo intorpidimento delle masse giovanili. Tanti ragazzi raccontano di essere quasi costretti a stare a casa o, e questo è ancora più scioccante, oppure a ubriacarsi quando escono. L’alcool sembra essere l’unica cosa che riesce a riempire il vuoto parmigiano, l’unica ancora di salvezza in un mare di noia. Alcool come passatempo per l’inverno, dunque. Perché in primavera, come d’incanto, la vita si risveglia e, complice una temperatura più gradevole, la movida si riversa nelle strade. Come se fossero stati tutti rinchiusi per mesi, e avessero aspettato tutto l’inverno per divertirsi.
è diventata una movida fantasma, costretta a nascondersi dalla società
Tutto ciò è molto triste, ma incupirsi o lamentarsi non serve a nulla. Certo, servirebbero nuovi punti d’incontro, nuovi centri d’aggregazione per permettere ai giovani di incontrarsi. Ma la realtà è che la movida a Parma esiste ed esisterà sempre. Si è solo trasformata, è diventata una movida fantasma, costretta a nascondersi dalla società. Perché la legalità non la vuole, il clima non la aiuta e i cittadini non la supportano. Appare dunque chiaro come la movida parmigiana rappresenti un classico esempio di non luogo. Sotto gli occhi di tutti ma poco visibile, fuori legge ma all’interno della società, vantaggiosa (per i proprietari dei locali e dei pochi bar aperti) ma scomoda. Magari potrebbe sembrare un discorso esagerato, e non è poi un dramma stare lontano dalla massa. Invece è una tragedia, anzi un crimine, tenendo conto che oggi, a causa dei social, le persone socializzano, si vedono e parlano sempre meno. Ci stiamo chiudendo sempre più in noi stessi e, complice la società contemporanea, stiamo diventando soli, freddi e vuoti come le strade parmigiane. C’è chi se ne accorge e chi fa finta di non accorgersene. Per quanto mi riguarda non nascondo che provo un po’ di rabbia quando un coetaneo mi dice che non esce perché in giro non c’è nessuno.
Pier Paolo Polimeno