La parola ai muri di Parma
M“La mamma dei cretini è sempre incinta”, recita uno dei più antichi proverbi popolari. E il cretino, in versione contemporanea, ha sempre la bomboletta di colore o il pennello in mano. Pronto a lasciare un segno urbano della sua imbrattante pulsione, che non ha remore a manifestarsi, non rispetta regole e nemmeno si chiede se i suoi messaggi abbiamo un minimo di dignità lessicale e grammaticale. Come indicano alcune delle scritte sulle quali abbiamo posato i nostri sguardi oppure ci sono state segnalate, nelle quali l’errore lo fa da protagonista, anche quando non è troppo evidente.
Ma premesso che abbiamo sorvolato sulle scritte anti-Salvini, che pure hanno fatto notizia – troppo facili e deliranti, perciò confermative dell’affermazione iniziale- aggiungeremo che “sfogliando i muri” di Parma non si trovano graffiti con una qualche dignità artistica – a parte l’eccezione di Ponte Nord già documentata qui da Giovanni Amoretti e il muro di cinta del Liceo linguistico Marconi che si affaccia su P.le Rondani.
La galleria che vi proponiamo è una veloce carrellata di “pensieri” che sono interessanti non tanto per i concetti che esprimono quanto per l’intempestività manifesta. A chi si riferiscono e a chi si rivolgono in via primaria? Oppure con chi ce l’hanno e in nome di chi è quella protesta o denuncia? Non è sempre chiaro. Anzi. Però si possono fare tante congetture. In certi casi, anche se è del tutto casuale, le scritte sembrano rimandare una all’altra. Senza concessioni dialettali, ma nemmeno angliche. D’altronde non siamo una città proustiana? La scritta in francese, peraltro arguta, dice che se lo siamo dovremmo stare più attenti a come scriviamo.
Una sola e ultima annotazione, riferita all’unica scritta politica. La bicicletta sgangherata e quasi abbandonata sembra la firma di una promessa di “rivoluzione” che mai come oggi sembra tanto remota.
Alberto Imbriani
Ps si ringraziano per le segnalazioni: Carlo Prada, Valentina Bortolamedi, Vittorio Albertelli