La spesa social dei candidati sindaco 2022

A due settimane dal giorno delle elezioni la campagna elettorale è più che mai attiva con tanti incontri, dibattiti, conferenze stampa, interviste, confronti televisivi e comunicati stampa da inviare tutti i giorni su questo o quell’argomento.

Anche online i candidati sono molto presenti: quasi tutti i candidati sindaco hanno sia la pagina pubblica che rappresenta loro stessi, sia una pagina per ciascuna lista da cui sono sostenuti, ad eccezione di Enrico Ottolini, per la quale è presente solo la pagina Europa Verde Parma.

Anche i candidati consiglieri si danno molto da fare sia con i propri profili personali sia con pagine pubbliche per sfruttarne i tanti vantaggi.

I canali online scelti sono principalmente Facebook e Instagram, i social network più diffusi su cui sono presenti tra le 170.000 e le 201.000 persone con più di 18 anni che “vivono a Parma”. Cifre interessanti anche se includono persone che abitualmente vivono nella nostra città, ma che sono residenti in altro comune, ma al contempo, non considera i “residenti” a Parma che vivono sì in altre città, ma che voteranno nella nostra il 12 giugno.

Quasi tutti i candidati hanno attivato campagne a pagamento per raggiungere nuove persone cui far vedere i propri messaggi elettorali o per forzare l’algoritmo a mostrarli a chi già li segue.

Dopo il caso “Cambridge Analitica” che avrebbe abusato degli strumenti di sponsorizzazione di Facebook, influenzando sia il voto pro Brexit nel Regno Unito, sia l’elezione di Trump alle Presidenziali Usa del 2016, Facebook ha reso più trasparente il meccanismo di sponsorizzazione:

per ogni pagina pubblica è presente un box chiamato appunto “Trasparenza della pagina” in cui Facebook ci mostra: data di creazione della pagina, eventuali cambi di nome della pagina, numero e nazione di provenienza di ogni amministratore, e se al momento ci sono campagne di sponsorizzazioni attive.

Per le pagine politiche (partiti, personaggi plubbici, sindacati, associazioni) Facebook mostra anche quanti soldi hanno investito fino a quel momento e quanti nell’ultima settimana (ricordo che la legge italiana impone che tutte le spese politiche in generale, e quelle legate alle elezioni in particolare, siano pubbliche e accessibili a chiunque ne faccia richiesta). Il dato economico per le aziende ovviamente non è rivelato.

L’analisi su quanto hanno speso le pagine dei candidati sindaco di Parma fino a questo momento mostra qualche dato interessante. Come detto, Meta (la società capofila che include Facebook, Instagram, WhatsApp e altro) offre due tipi di dati: quanto speso negli ultimi novanta giorni e quanto invece nell’ultima settimana. Vediamoli:

“classifica” che rimane praticamente invariata se si considerano gli ultimi 7 giorni.

Giampaolo Lavagetto e Pietro Vignali sono i candidati che più credono in Facebook e Instagram. Al terzo posto sorprendentemente troviamo Michela Canova che ha ancora campagne attive nonostante la sua candidatura non sia stata ammessa.

La curiosità è che se Facebook è pieno di contenuti sponsorizzati da parte di candidati sindaco, liste e candidati consiglieri che li appoggiano, le plance elettorali su cui i candidati possono attaccare i propri manifesti sono invece quasi tutte vuote.

Occupandomi di digital marketing con un forte specializzazione sul mondo social, sono ovviamente contento che ormai questi strumenti sono finalmente considerati canali di comunicazione molto importanti e mi permetto di dare solo due suggerimenti:

il primo è di “spegnere” la sponsorizzazione alle 23.59 di venerdì 10 giugno rispettando il “silenzio elettorale”: i social network sono veri “media” al pari di tv e radio, per i quali, appunto la pubblicità è vietata il sabato e la domenica delle elezioni (non so se la legge sia stata adeguata, ma userei il buon senso).

Il secondo è assicurarsi che le sponsorizzazioni siano visibili solo a chi “vive” nel comune di Parma: ho notato che qualche candidato sta mostrando il proprio messaggio a tutta Italia spendendo inutilmente soldi.  

Davide Morante

Fonte dati: Meta Ads Library.