La Violetta di Parma
Via Trento, San Leonardo. Era il quartiere delle fabbriche; la fabbrica della gomma, della latta, l’industria meccanica Manzini, la Luciani, la vetreria Bormioli, la fabbrica del profumo. Un quartiere che raccoglieva ogni giorno migliaia di lavoratori, quando le fabbriche non erano automatizzate e richiedevano tanta mano d’opera.
Oggi è tutto cambiato, sono rimaste le insegne di qualche stabilimento a ricordare il passato. In un palazzo degli anni trenta fresco di restauro spicca ancora la scritta “Borsari 1870”. In quella casa c’era la fabbrica del profumo, dove si produceva la “Violetta di Parma”, un prodotto che ancora oggi fa parte della nostra tradizione ed è conosciuto in tutto il mondo. L’esistenza di questo profumo si deve alla Duchessa Maria Luigia , che appena arrivata a Parma incaricò i frati del Convento dell’Annunziata di realizzare un essenza che profumasse come il delicato fiore primaverile e di colore viola. Nasce così la “Violetta di Parma”, il risultato di una formula segreta dei frati, capitata nelle mani di Ludovico Borsari, imprenditore lungimirante che capì al volo di fare di quel profumo una produzione industriale. La sua iniziativa ebbe successo e in pochi anni la “Borsari” diventò la più grande industria di profumo italiana, conosciuta in tutto il mondo con quel marchio “Violetta di Parma”. Anche nel difficile dopoguerra la “Borsari” continuò a profumare il mondo femminile, sempre con il marchio “Violetta di Parma”, forte di un piccolo esercito di donne vestite con grembiuli rosa, che realizzavano il prodotto dalle essenze, agli alambicchi, alla confezione che richiedeva la delicatissima mano d’opera delle mani femminili. La rivoluzione industriale degli ultimi anni non ha risparmiato la “Borsari” che nel 1970 ha sospeso la produzione nella fabbrica di via Trento. Ma il delicato profumo caro a Maria Luigia, non è più una formula segreta e continua ad uscire dagli alambicchi di altre piccole aziende che commerciano in tutto il mondo lo storico profumo parmigiano racchiuso in eleganti boccetti di vetro colorati. Nella vecchia fabbrica è stato allestito nel 1970 un Museo, il primo del genere in Italia, che raccoglie la storia della “fabbrica del profumo” e della Violetta di Parma.
Giovanni Ferraguti