L’auto del futuro, sta già girando per Parma

“Guidare è l’attività più pericolosa che svolgiamo ogni giorno e una perdita di tempo. Perché quindi non evitare il pericolo se possiamo, vivere in sicurezza senza ricorrere a rischi e velocizzare i tempi?”. Questo problema Alberto Broggi, professore di ingegneria elettronica all’Università di Parma, se lo pone da diversi anni. Come lui anche le case automobilistiche impegnate a realizzare un automobile automatica a costi contenuti. E insieme a lui un gruppo di studiosi, tecnici e ricercatori che lavorano nel Campus universitario di via Langhirano.
L’idea di una macchina senza conducente è in realtà già presente dagli anni ’40. Ma esistono numerose bozze futuriste che hanno quasi cento anni.

Iniziato con una vecchia Lancia Thema che quando veniva avvistata suscitava ironie e sarcasmi

Il progetto dell’ingegnere Broggi è nato però più di 20 anni fa quando non c’erano ancora le tecnologie attuali. Iniziato con una vecchia Lancia Thema che quando veniva avvistata suscitava ironie e sarcasmi. “Non mi consideravano un pazzo, ma uno stravagante sì” ricorda l’interessato, aggiungendo però “che è normale”. Un giudizio che però è radicalmente cambiato quando la sua start-up è stata acquistata dalla Società della Silicon Valley Ambarella. A quel punto – non è lui a dirlo- è diventato un genio o quasi.
Gli inizi di Vislab, questo il nome della start up, sono stati caratterizzati da pochi finanziamenti, ma da un forte e convinto lavoro di squadra. Ciò che ha permesso di raggiungere grandi risultati. Certificati, appunto, dall’acquisto della start up da parte dell’americana Ambarella, per 30 milioni di dollari, che tuttavia ha concesso al prof. Broggi di continuare il lavoro e le sperimentazioni a Parma.
Attualmente la realizzazione di auto sperimentali sta procedendo veloce e viene verificata e perfezionata di continuo con vari test autorizzati dal Ministero nel Maggio 2019, fatti direttamente sulle strade non solo di Parma, ma anche di Torino, in California e in Nevada.
Il professore dice che però “ci sono ancora nodi da sciogliere tra cui i tanti casi “estremi” in cui il veicolo si può trovare. La vettura ad esempio, urterà un ostacolo piuttosto di investire un umano. Il problema però si pone nel caso si trovasse davanti due persone e pensasse di doverne scegliere una, anziché evitare entrambe”.
Alcuni ingegneri lavorano anche per la realizzazione di elicotteri automatici, ma la loro circolazione è più semplice poiché muovendosi in altezza non incontrano ostacoli.
A Milano esiste, come a Parigi, una linea metropolitana automatica, inaugurata in occasione dell’Expo, che viaggia all’interno di una galleria e quindi in sicurezza senza incrociare altri mezzi. La macchina automatica funziona però diversamente.
Presso l’Università di Parma è stato creato un laboratorio in una palazzina che assomiglia in piccolo a Google, con spazi aperti, vetrate, bar e seggiole colorate, in cui lavora Broggi e il suo team. Qui, si può vedere virtualmente e osservare meglio i movimenti dell’auto robotica, che ha bisogno di molta visone per funzionare. Per capire ciò che le accade attorno ed essere in grado di assumere decisioni e controllo autonomo. L’auto che si guida da sola non prevede infatti intervento umano.

l’auto robotica ha un sistema di monitoraggio, telecamere e sensori, che consente al veicolo una visione a 360º

Il professore Broggi spiega che l’auto robotica ha un sistema di monitoraggio, telecamere e sensori, che consente al veicolo una visione a 360º, indispensabile per muoversi con facilità, evitando ostacoli e potendo fare fronte a qualsiasi imprevisto.
L’auto deve vedere, saper distinguere un oggetto, una rotonda, una curva, ma anche un pedone da un ciclista. Ma non solo: deve regolare la velocità, rispettare i semafori, fermarsi quando necessario, parcheggiarsi e altro ancora.
A proposito di parcheggi, forse questi saranno inutili perché la macchina automatica teoricamente potrebbe non fermarsi quasi mai. Regolando i trasferimenti di tutti i membri di una famiglia, da casa al lavoro o a scuola e viceversa. E con in mezzo i tanti altri spostamenti richiesto dalla vita quotidiana. Ma un’altra conseguenza sarà il venire meno dell’idea di acquisto e possesso, essendo molto più conveniente l’accesso e uso. Ovvero forme di sharing o di affitto temporaneo
L’auto automatica deve percepire tutto ciò che accade in ogni istante nei suoi paraggi e condividere la strada con tutti, usando un proprio linguaggio e garantendo assoluta sicurezza. Cose tutto meno che facili e immediate.
Secondo Alberto Broggi “l’auto automatica è il mezzo del futuro. È prevedibile che sarà in commercio tra non molto e nel giro di una decina d’anni ne vedremo circolare parecchie. E azzardo che tra cinquant’anni sarà addirittura vietato guidare. Resterà un piacere sportivo. Lo stesso che si è fatto con il cavallo quando ha cominciato a diffondersi l’automobile”.
Pensando ai nostri figli e nipoti che andranno in auto da un posto all’altro, senza guidarla, osserva ancora il professore: “Sarà una vera rivoluzione! Che cambierà l’urbanizzazione nel suo complesso, ma soprattutto la vita delle persone nel mondo intero”.
Il prossimo mese di Giugno, pandemia permettendo, è previsto che la macchina robotica sperimenterà un percorso urbano a Parma particolarmente impegnativo: dal campus universitario alla stazione, procedendo per tutto il Lungoparma, dunque incrociando un traffico sostenuto di auto, bus e biciclette.
Siete curiosi di provare a “guidare” futuro? Vi piacerebbe partecipare a questi viaggi sperimentali ?
Le iscrizioni per prenotare una corsa per le strade della città di Parma sull’auto che si guida da sola sono in programma. “Presto molto presto – conclude il prof. Broggi – saprete come e quando”. Stay tuned! 

Julia Grilli