Le giovani donne di Parma hanno paura

“Impaurita”, “indifesa”, “fragile”. No, non è il resoconto di un film horror, ma pura realtà. Questi sono i sentimenti diffusi di giovani studentesse alla scoperta del loro futuro, le quali decidono di intraprendere un percorso di studi a Parma. La città ducale, come tantissime altre località universitarie italiane, viene etichettata come poco sicura: attraverso un sondaggio, ho raccolto le risposte e le comuni sensazioni delle donne nel camminare da sole in tarda serata.
Purtroppo dobbiamo metterci l’anima in pace: per quanto sia forte la volontà di emanciparci, di sentirci libere e indipendenti, dobbiamo talvolta interfacciarci con sentimenti e situazioni più grandi di noi. La spensieratezza con la quale vorremmo affrontare le nostre uscite lascia spazio alla paura di essere importunate o molestate nelle ore serali, mentre ci accingiamo a tornare a casa. Dati ISTAT del 2020 rivelano che il 36,6% delle ragazze non esce di notte per timore di aggressioni, catcalling o stalking. Il 35,5%, invece, ammette di non sentirsi al sicuro se non in compagnia. Sono dati allarmanti che preoccupano poiché, se ci pensiamo a fondo, si rischia che la paura possa prendere il sopravvento anche nella restante parte di donne che ancora sceglie di non piegarsi al malsano sistema.

 

 

Il sondaggio che ho condotto su Parma conta 33 risposte. Il numero rivela un 87,9% di partecipanti nella soglia tra i 19-25 anni, seguito da un 12,1% di donne tra i 25-30. Tra queste due fasce, quasi la totalità, ovvero il 93,9% ha dichiarato di non sentirsi al sicuro in determinate zone della città: l’area della stazione, via D’Azeglio, viale del Mille, Viale Piacenza. Nel tornare a casa, ovunque essa sia, il 46,9% delle ragazze afferma di camminare più velocemente rispetto al solito, il 34,4% preferisce parlare al telefono con qualcuno, per avere un contatto anche se fisicamente sola, e solo il restante 18,8% cammina invece normalmente. Il timore delle ragazze potrebbe essere dovuto ad esperienze pregresse, dal momento che l’81,9% delle studentesse ha ammesso di aver subìto, nell’arco della propria vita, almeno una molestia o fisica o verbale. Una percentuale agonizzante che pone ulteriori limiti: c’è chi, guidata dal terrore, piuttosto di tornare a casa da sola decide di non uscire (15,2%), o allo stesso tempo chi rientra prima di quanto vorrebbe (21,2%). I mezzi di trasporto, che dovrebbero essere una sicurezza per le ragazze, sono considerati come pericolosi e il 57,6% ammette di prenderli sono se strettamente necessari. In generale, su una scala da 1 a 10, il 30,3% ha assegnato la sufficienza alla sicurezza di Parma.
Esistono iniziative che offrono un’assistenza alle giovani donne in situazioni di disagio: Donnexstrada è un progetto nato come sussidio telefonico proprio per aiutare le ragazze che, per strada, non si sentono al sicuro e necessitano di essere tranquillizzate. Ma solo questo non basta. Nel sondaggio infatti il 24,2% delle ragazze afferma che, per quanto l’iniziativa possa accoglierti e sostenerti nel momento del bisogno, non cambia ciò che si sta vivendo, non esenta dal pericolo. Il problema fondamentale della nostra società è che vediamo come necessità primaria l’intervento sulle ragazze, quando bisognerebbe piuttosto provare a sradicare la cultura sessista nei carnefici. Certo è che la strada è ancora molto lunga ma il gioco vale la candela.  

Annachiara Magenta