Mangiatori d’anguria

La cocomera… l’anguria… uno dei simboli della bella stagione, dell’estate con i suoi colori rosso, verde, nero e bianco, e il suo gusto gradevole, dolce e rinfrescante. Piace anche ai bambini. Lungo i viali della città e nelle periferie c’erano dei capanni con il tetto di paglia dove si poteva gustare soprattutto alla sera al fresco una fetta appena tagliata, davanti a improvvisati tavolini. Erano gli anni sessanta, e l’anguria era il dissetante preferito nelle lunghe sere d’estate. Ma il delicato frutto si gustava anche in casa, al ristorante, nelle sagre di paese.

chi mangia più fette

Ed è li, vicino al Po in quel di Sissa che si illumina la fantasia di Ezio Bosi, dentista di mestiere, ma grande fautore della vita della sua comunità. Per caso vede un gruppo di ragazzi davanti a un chiosco di angurie che si sfidano a “chi mangia più fette”. Da quell’episodio, è il 1969, nasce il campionato italiano di mangiatori d’anguria. Vince chi ne ha divorato di più; fa testo l’ago della bilancia. Non servono tante attrezzature oltre alla materia prima consistente in quintalate di angurie; una fila di tavoli, una bilancia e delle bacinelle dove far cadere gli avanzi. E gli iscritti già alla prima edizione sono tanti, arrivano anche dal Sud per divorare nel minor tempo possibile tante fette e conquistare il titolo di campione. La manifestazione assume un interesse tale, tanto da diventare una delle rassegne più importanti dell’estate. E Bosi per renderla ancor più bella inventa le “vallette dell’anguria”, belle ragazze che reggono le bacinelle sulle quali si cimentano con morsi felini i concorrenti. Pubblico a go-go anche nelle edizioni successive la gara viene estesa anche alle donne, fino ad assumere la denominazione di campionato mondiale. Nella prima edizione del Mundial, alla quale partecipano molti stranieri, un bilico scarica 35 quintali di angurie, e alla fine della gara sotto le stelle, si impone un “mangiatore” iraniano. Poi come sempre dopo il successo arriva l’inevitabile cambiamento, la gente vuole vivere estate diverse, lontano dalla calura delle sagre e negli anni duemila la manifestazione cara a Bosi segna il passo. Così come i capanni di paglia che spariscono dai viali e dalle periferie E le tradizionali fette d’anguria diventano cubetti nelle coppette di macedonia dei ristoranti.  

Giovanni Ferraguti