Mille e non più mille

Ma i conti della beneficienza non tornano

Mangiatori a sbafo unitevi: è questo uno dei motti che ancora tiene unita l’identità dei parmigiani. Che si mangi o ci s’imbuchi in qualche spettacolo, l’importante è farlo gratis. Il pubblico diventa assai numeroso se, dopo qualche inaugurazione o qualche prima, c’è il buffet. Ci sono signore eleganti che amano molto tagliare fette di salame e infilarle nella borsetta. Se c’è un grande evento l’importante è partecipare, essere sempre presenti ma non pagare. Il pubblico del buffet è sempre quello, sempre le stesse facce, alcune di queste erano sedute alla tavolata dei Mille. Forse più di una. E la cosa ci ha fatto meditare…

con 85.000 euro di biglietti venduti, pare 10/20 mila euro di contributo del Comune di Parma, più vari sponsor, la cifra raccolta supera abbondantemente i 100 mila euro

La serata spettacolare ha lasciato una lunga scia di polemiche, come si legge su Parmapress24.it, Lorenzo Lavagetto (Pd) ha sollevato il problema. Ma come, con 85.000 euro di biglietti venduti, pare 10/20 mila euro di contributo del Comune di Parma, più vari sponsor, la cifra raccolta supera abbondantemente i 100 mila euro: il risultato finale è stata solo una donazione di 10.800 euro a favore di Emporio di Parma? La montagna che partorisce il topolino. E la cosa diventa tragicomica se si pensa che l’Emporio di Parma è un ente che distribuisce alle famiglie povere.

I mille presenti hanno fatto un piccolo esame di coscienza ripensando al fatto che ognuno di loro ha donato in verità 10,80 euro a testa? Nell’attesa di una rendicontazione del Comune riguardo alla serata, che ci sembra più che corretta nei confronti dei parmigiani davvero paganti, dei parmigiani che hanno a cuore l’immagine della città e soprattutto delle famiglie povere che hanno ricevuto tanto di beneficienza, abbiamo fatto qualche ipotesi divertendoci un po’.

  1. Non tutti hanno pagato il conto, molti sono stati gli invitati, forse per coprire i buchi della tavolata. Ottanta euro per mangiare in strada era davvero tanto. Molti amici hanno confessato di essere stati “ospiti”, chiamati all’ultimo momento. Da chi non si è saputo, avevano il biglietto ma nessuno ha capito chi aveva pagato. “Me l’ha dato un amico”. Ci viene il sospetto che non avessero raggiunto il tutto esaurito. Il prezzo, ribadiamo, era alto. Sarebbe stato un brutto colpo d’immagine avere dei coperti “scoperti”.
  2. Seconda riflessione. Nessuno ha lavorato gratis e per beneficenza, per cui i camerieri, i cuochi e non solo il signor Cracco, sono stati tutti pagati e anche profumatamente visto che mancano tanti soldi nel conto finale.
  3. Quanto è costato l’affitto delle tavole, delle seggiole, dei piatti firmati, che molti si sono portati a casa, come ricordo?
  4. Gli sponsor, in verità, hanno pagato molti posti a sedere, così l’ammontare totale non è 85.000 + sponsor; quindi i soldi raccolti sono molto meno di quelli annunciati.
  5. Quando è costata davvero la cena in termini di prodotti? Dove sono stati acquistati? Sarebbe interessante sapere chi ha fornito il vino e le materie prime, se a prezzo di mercato o meno, direttamente in cantina con un prezzo speciale o da mediatori.
  6. Quanto è costata la pubblicità dell’evento?

A noi sembra che la sindrome dell’imbucato abbia colpito un’altra volta e che 74,20 di spesa a testa sia davvero tanto per una manifestazione che doveva devolvere in beneficienza i proventi. Non facciamo nessuna morale e non facciamo alcuna polemica, guardiamo solo i risultati, pensando che forse, se avessero fatto una cena virtuale e tutti i soldi investiti fossero andati davvero alle famiglie non abbienti, tutti avrebbero fatto una figura certo migliore. 

Anonimo Parmigiano