Miraggio gastronomico.
La Festa del panettone in luglio

Quando il cibo, come il caldo, picchia in testa

L unedì 23 luglio 2018, ore 19:00. 32°C all’ombra dei Portici del Grano, figuriamoci al sole. Quel sole che nelle sue ultime ore scende di taglio su via Repubblica, e costringe a chiudere gli occhi come gli orientali. Dal fondo dei portici, viene avanti proprio un orientale: polo beige e quattro buste di panettoni in mano. Il 23 luglio. È la notte dei Maestri del Lievito Madre, ennesimo evento mangereccio organizzato dal comune nell’ambito della festa infinita susseguente alla nomina, da parte dell’Unesco, di Parma come Città della Gastronomia.

Un riconoscimento che legittima gli sforzi della città, e che a memoria ha visto realizzarsi in pochi mesi la festa del Cioccolato a marzo, il campionato mondiale della pizza e lo Street Food Festival ad aprile, Cibus a maggio, l’ex-Gola Gola a giugno ed ora la sagra del panettone a luglio, con la lungimiranza di riciclare in estate ciò che non può essere promosso a dicembre, quando viene venduto a prezzo pieno. E non è finita qui, perché proprio ieri sulla Gazzetta di Parma, l’assessore al turismo Cristiano Casa ha preannunciato un «settembre gastronomico»preludio di un’enorme cena per mille coperti che si svolgerà tra Piazza Garibaldi e Via Repubblica.

Ora, preso atto che secondo quanto emerge dal Monitor dei distretti industriali dell’Emilia-Romagna, la Food Machinery di Parma apre il primo trimestre del 2018 con un significativo +7,8%, con un fatturato riguardante gli export che arriva nella sola regione emiliana a toccare un +4% che significa aggirarsi attorno ai 41 milioni di euro, sembrerebbe che tutte le scelte fin qui intraprese siano state improntate nel solco della continuità e siano state tutte quante azzeccate.

prosciutto, parmigiano, pasta e pomodoro

Però, la sensazione che si ha in città, a detta del sottoscritto e di molte altre comuni mortali, è che oltre al cibo, oltre alle quattro P (prosciutto, parmigiano, pasta e pomodoro) non si riesca a guardare.
Basti pensare al differente peso specifico dato alle iniziative che non riguardano il distretto alimentare: se scrivo “Pianoforte e dintorni in Pilotta”, chi sa dirmi di cosa parlo? E se lancio l’hashtag #beethovenexperience chi di voi riesce subito a collegarlo al ciclo di concerti durato ben cinque mesi, che ha visto impegnata la Casa della Musica nel riprodurre le opere del musicista tedesco? E cosa dire delle celebrazioni dei 50 anni dalla morte di Ildebrando Pizzetti, passate così in sordina che se l’obiettivo era rilanciare la figura del famoso compositore parmigiano, il risultato è stato di renderlo ancor più misconosciuto di prima.
Senza rilanciare la polemica scaturita anni fa sul Financial Times circa la monotonia di una città in cui l’unica cosa da fare sembra essere mangiare, bisogna constatare purtroppo come la città si stia trasformando in un ristorante di lusso a cielo aperto. Posto infatti che tanto il Cibus quanto il City of Gastronomy stanno diventando eventi di punta ma per addetti ai lavori, cosa resta al parmigiano che esce il venerdì o il sabato sera per fare un giro in centro? Resta una forchettata di amatriciana (!) venduta a sei euro, qualche flute di plastica rotto a terra e un orientale con quattro buste in mano. E la sensazione, a dire il vero abbastanza diffusa, di una città culturalmente spenta.  

Mario Mucedola

 

Monitor dei Distretti dell’Emilia Romagna: https://www.confind.emr.it/sites/default/files/news/2018_04_24_monitor_dei_distretti_emilia_romagna.pdf

Financial Times – Perfect Weekend:
https://howtospendit.ft.com/travel/45083-rossano-ferrettis-parma

Financial Times – The unpalatable truth about Parma:
https://www.ft.com/content/f84de810-6bca-11e3-a216-00144feabdc0