
Non è una città per (giovani) studenti
Poco di tutto: gli universitari di Parma lamentano carenze in trasporti, sconti e vita notturna. Restare a casa è più semplice per la maggior parte di loro.
Non è un paese per vecchi diceva il famoso film dei fratelli Cohen, ma forse nemmeno tanto per giovani, sicuramente non proprio per universitari. Lezioni, esami, difficoltà e poco divertimento: è questo il quadro che emerge dalle interviste di chi frequenta gli ambienti.
Parma bella ed eterna sì, ma con davvero poco da offrire a chi studia. Il sondaggio condotto su un campione di 22 studenti è chiaro: pochi spazi di ritrovo, pochi servizi, niente movida e l’incubo dei trasporti pubblici. Insomma, #restiamoacasa verrebbe da dire, quasi come se fossimo ancora in era Covid-19.
Partiamo da quello che sembra essere il problema più ostico: i trasporti. Ovviamente, coloro che ne risentono di più sono gli studenti pendolari, costretti ogni giorno a correre per prendere un treno che li porterà in città e viceversa. Il 66,7% di chi fa parte di questa categoria dichiara che non sono presenti dei collegamenti sufficienti in frequenza e velocità con la propria città di provenienza. Prendere il treno è un’impresa, a quanto pare. Costretti ad arrivare in ritardo o a correre via dall’aula per non dover aspettare ore su ore per la prossima coincidenza.
Ma le insoddisfazioni riguardano anche la gestione del trasporto pubblico e in questo caso è chi vive a Parma che se ne lamenta. Scioperi frequenti, linee deviate, bus in ritardo e rimanere fuori oltre la mezzanotte equivale ad una sentenza: torna a casa a piedi o spendi i pochi soldi che hai per un taxi.
Non c’è altra strada. E a dover valutare tra queste due alternative sono stati in molti, visto che il 77,3% è stato costretto a fare una di queste due cose pur di non rimanere fuori, magari anche al freddo, in piena notte.
Si potrebbe usare un monopattino elettrico in sharing, è vero, ma le tariffe non sono per nulla convenienti (con una media di 5 euro per 20 minuti di corsa). Insomma, se vuoi tornare in bus fallo entro mezzanotte come Cenerentola e questo vale anche nei week-end.
Ovviamente, bisogna anche tenere conto dei costi dell’abbonamento che, addirittura, prevede un aumento del prezzo da 150 a 195 euro annuali a partire da gennaio 2023.
Ma poi, uscire per andare dove? Se ci si vuole divertire, non c’è molto da fare. I locali chiudono presto o non ci sono proprio, come dimostra il grafico sottostante:
Le percentuali degli scontenti sono sovrastanti: trovare un posto in cui divertirsi e magari conoscere altri studenti è più difficile del previsto, come cercare un ago in un pagliaio, si potrebbe dire.
Ma forse il punto focale è che sembra quasi che non si voglia far divertire gli studenti, perché invece i servizi legati allo studio ci sono e come: Parma offre abbastanza biblioteche, aule studio (ma solo nei giorni infrasettimanali) e progetti culturali legati al mondo dell’Università, ma a quanto pare non ha previsto più di tanto che i suoi studenti avessero anche del tempo libero. Le lamentele riguardano infatti anche l’assenza di promozioni e sconti su luoghi quali cinema, attività sportive, circoli creativi, ristoranti e chi più ne ha più ne metta.
Quindi, semplicemente, si diventa scoraggiati: il 95,5% degli intervistati si limita ad uscire di casa per fini di svago solo una volta a settimana, spesso nemmeno quella. E non vale solo in periodo di esami, in cui si sta fino a tarda notte sui libri, ma anche nel resto dell’anno. Semplicemente, è più comodo così. Niente posti da cercare all’infinito, niente paura di perdere il bus, niente soldi spesi per servizi troppo cari per chi spesso vive solo con una borsa di studio.
Ciò che gli universitari chiedono è un investimento più concreto negli aspetti che fanno parte della
loro vita: più sport, più flessibilità nei trasporti, più luoghi di ritrovo e più iniziative a loro favore. E ciò è non solo auspicabile, ma anche senza dubbio realizzabile: Parma ha già dimostrato in diversi contesti di essere in grado di far fronte a queste necessità, promulgando varie iniziative che coinvolgono gli studenti, soprattutto all’interno dello stesso ambiente universitario.
La proposta è quella di partire dagli obiettivi più “semplici”: concedere degli abbonamenti per i trasporti più vantaggiosi, così come è stato fatto per gli studenti fino alle scuole superiori; agevolare l’iscrizione ad ambienti sportivi con abbonamenti a basso costo (il prezzo di un abbonamento ad una palestra a Parma va dai 35 ai 70 euro al mese) e garantire più spazi per trascorrere il tempo libero.
Iniziative semplici, ma che possono permettere a migliaia di giovani universitari di vivere meglio e a pieno la propria vita in città.
Sara De Mitri