Parma Capitale degli idioti 2020:

la Piccola Parigiintollerante e pressapochista

E ssere razzisti non è un diritto. I diritti sono il diritto alla salute, all’istruzione e il tanto invidiato diritto d’oltreoceano alla felicità. Essere razzisti, fino a prova contraria – ad esempio della Storia, per dirne una – è una colpa. Chi ha difficoltà nell’ammettere il buon senso e l’intelligenza dell’iniziativa proposta a Parma per i richiedenti asilo – quella di adoperarsi per la comunità che li ospita attraverso un accordo tra Auser, onlus e Comune che li impiegherà come “nonni vigili” per controllare l’ingresso a scuola e l’uscita degli studenti – è fondamentalmente razzista. Non per diritto, semplicemente per colpa. La difficoltà alla base di disvalori come quelli che sostanziano ideologie razziste e xenofobe è che si oggettivano persone e comunità per metabolizzare la propria insicurezza e, in generale, la frustrazione di una società intera. Chi crede che questo progetto a Parma sia un’insulto è figlio della cultura dell’odio del “diverso”, quella (s)cultura del tutto autoreferenziale che ha bisogno di avere paura di qualcuno per giustificare a sé e al mondo il proprio odio. Tutto questo ci conferma la regola che esclude ancora una volta migliori eccezioni: chi non ha consapevolezza di sé come uomo o come uomo in mezzo agli uomini che formano una società, ragiona per separazione e semplifica in dicotomie “noi-loro” per sopravvivere alla paura generata dal proprio odio. Viva i richiedenti asilo che hanno voglia di “vivere” Parma e la sua Provincia, viva le persone per bene come questi ragazzi in foto. Viva i loro cappellini arancioni che ci aiuteranno a rendere sicure le nostre strade con stupendi visi di uomini e donne in viaggio da una vita. Tutto il resto è razzismo e paura di stare in mezzo agli altri. Per colpa, non per diritto. Una paura alimentata a Parma dalla politica destrorsa, quella intollerante e di stampo più populista che con il suo management impettito digrigna i denti e cavalca le ampie onde della crisi valoriale dilagante nel nostro Paese. Il buon senso e la solidarietà, il pragmatismo e la capacità di proporre iniziative inclusive sanguinano mortalmente sotto gli archi antichi dei portici ducali, negli angoli maestosi della “Piccola Parigi” intollerante e pressapochista, della città un tempo ricordata per il suo grande cuore solidale e oggi madre di scorci da sogno e pensieri da incubo.  

Luca Galvani