Per le strade della letteratura

Per intraprendere questo viaggio non servono bagagli, documenti e carte d’imbarco. A dirla tutta, non serve nemmeno partire. Occorre soltanto una giusta lettura: “La città d’oro – Parma, la letteratura” dello scrittore Guido Conti, Ticinum Editore.
“Una specie di giro in città alla scoperta della letteratura e dei luoghi letterari” spiega l’autore.
Il libro esce in occasione di Parma capitale della cultura e si ripropone di dimostrare come questa sorprendente città di provincia sia stata, e sia tutt’ora, culla di artisti di prestigio internazionale.
Questo viaggio infatti non si allontana mai dal punto esatto in cui comincia, eppure sembra portare in tutto il mondo. “Si viaggia stando fermi” dice Conti che pone, nel suo libro, le tappe di un itinerario tra la cultura e la letteratura di Parma, “cogliendo i momenti in cui si era molto chiusi in città ma nello stesso momento con la testa fuori”. Perché ci sono stati artisti che hanno saputo cogliere il meglio da questa realtà provinciale, sfruttandone le occasioni ed arrivando ad influenzare un mondo ben più ampio, più europeo, cosmopolita.
L’idea di passeggiare tra la città e coloro che l’hanno saputa raccontare nasce in Guido Conti a 17 anni, quando lo scrittore Pier Vittorio Tondelli gli svelò uno di quei segreti del mestiere che lo scrittore ha ancora oggi ben a mente: “Se vuoi essere uno scrittore devi conoscere gli autori della tua terra”.
Ed ecco che il viaggio comincia. In un dialogo con artisti come Petrarca, Dickens, Gian Battista Bodoni, Bertolucci, Verdi, Toscanini, Franco Maria Ricci, Cesare Zavattini e Salimbene.
Alla scoperta e riscoperta di scrittori, pittori, musicisti, giornalisti e registi tra il 1200 e il 2020. Artisti che hanno conosciuto Parma, ognuno dal suo personale punto di vista. “Tra chi, come Petrarca e Bertolucci, vede in Parma un luogo di ritiro e chi come Colombi Guidotti pensava che la provincia uccidesse”.
All’interno del libro, Conti inserisce anche gli autori a cui si sente più legato.
Alberto Bevilacqua suo amico e maestro. “Ho letto i suoi libri quando avevo circa 16 anni e poi ho avuto la fortuna di incontrarlo, di dialogare con lui. Mi ha dato delle dritte su come scrivere, su come lavorare”. E poi Zavattini e Guareschi “due autori che frequento da più di vent’anni”, rivela lo scrittore, “continuo a studiarli”.
Eppure, precisa di non identificarsi in nessuno degli artisti menzionati nel libro. “Ho saputo riconoscermi nelle loro voci per poi distinguermi da queste”. In questo sta la sua originalità: essere una voce fuori da un coro di cui tuttavia si conosce a memoria la parte.

Nella letteratura c’è tutto

Ma qual è la meta di questo viaggio? Dove ci vogliono portare Conti e i protagonisti di questo libro, i protagonisti di Parma? “La letteratura è piena di input – spiega lo scrittore- oggi si deve ripensare a cosa sia stata e cosa possa essere questa città”. Riportare in vita il passato, e riflettere sulle attuali condizioni di questa piccola realtà cittadina che ha le possibilità per aprirsi al mondo.
È necessario che con questo viaggio si sviluppi una maggiore coscienza di quali siano le possibilità di questo luogo. “La letteratura è soprattutto presa di coscienza. È necessario ripensare a cosa questa città sia stata e cosa possa essere”. Dimenticandosi delle barriere del tempo. Come suggerisce l’autore “la cultura non ha un tempo e infatti il tempo all’interno del libro non c’è”.
La letteratura, a differenza della storia della letteratura, non ha confini. Per questo autori che raccontano la peste nel XIV secolo, sono ancora oggi più attuali che mai. “Quando leggo Dante – confida Conti- Dante è un mio contemporaneo. Se leggo Petrarca, Petrarca è un mio contemporaneo”.
A chi è indirizzato questo libro? Chi non può permettersi di sottrarsi alla partenza?
“È fondamentale che questo libro lo leggano gli architetti, i politici, i pedagogisti, gli urbanisti” rivela. Coloro che hanno il potere di restituire a Parma il suo prestigio riscoprendo che come sostiene lo scrittore “Parma non smette di essere capitale”. “Nella letteratura c’è tutto” dice Conti, dunque non ci resta che addentrarvici.  

Chiara Paletti