Brutta città! Senza insegne del passato.

Per un’esteticaurbana

L

e nostre citta’, le nostre strade sono tempestate di scritte: da quelle sui muri alle insegne dei negozi, dai cartelloni pubblicitari ai segnali stradali (curiosi quelli dell’artista Clet Abraham) creando spesso un inquinamento visivo (l’alterazione di qualsiasi ambiente – paesaggio naturale o urbano – con l’inserimento di elementi che per la loro estraneità risultino sgradevoli alla vista) che incide negativamente, in maniera diretta, sull’estetica delle citta’ e, indirettamente, su qualità della vita dei cittadini.

Passeggiando per il centro di Parma, ma in generale delle nostre citta’ italiane, si è naturalmente catturati da opere artistiche di grande spessore come chiese, piazze, palazzi, ma un occhio attento, magari per un attimo staccato dal proprio telefono “intelligentissimo”, non può non notare un altro genere di segni, di tracce urbane: gli antichissimi negozi con le loro bellissime insegne: opere raffinate e curate nei minimi dettagli spesso perfettamente conservate, nonostante l’attività originaria sia talvolta stata radicalmente sostituita.

Altre volte purtroppo le insegne tradizionali sono state sradicate e sostituite da banali e standardizzate insegne  che dovrebbero essere, come dice chi le sostituisce, eye cachting!

Ricordo che nel settimanale di resistenza umana “Cuore” la rubrica Botteghe Oscure,raccoglieva le segnalazioni delle insegne di negozi più strambe e ridicole: il risultato era un florilegio che spaziava dal trash, al gioco di parole geniale, dall’incomprensibile fino al comico non voluto. Temo si stia andando sempre piu’ in quella direzione!

La storia di una città invece la si potrebbe imparare oltre ovviamente che dai monumenti, dai parchi e dalle attrazioni, dalle chiese, dai cinema anche dalle insegne dei suoi negozi storici che diventano una mappa grazie alla quale vengono riconosciuti i vari punti della città, permettendo di mantenere quella familiarita’ ed appartenenza  preservando le città, sempri piu’ globali e nelle quali il brand sta prendendo il sopravvento su ogni cosa, da quella spiacevole sensazione di smarrimento che fa si che ci si trovi in un posto ma che, per quello che si ha attorno a se’, si potrebbe essere tranquillamente in un altro! Per frenare questa tendenza alcuni Comuni, ad esempio quello di Lucca e Treviso, preservano  la memoria storica mantenendo le vecchie insegne commerciali.

In quest’ottica sono anche interessanti i progetti Vernaculae Tipography (www.vernaculartypography.com), vera e propria “enciclopedia” urbana all’interno del quale, la grafica e designer Molly Woodward cataloga e conserva un gigantesco archivio online con oltre diecimila scatti raccolti in tutto il mondo e che documentano la storia delle nostre città e Lettering da(https://www.letteringda.com/cities/parma) catalogo fotografico che punta, almeno in una prima fase, a raccogliere i caratteri più interessanti delle insegne sparse nei vari centri urbani italiani.

Insomma occhi aperti e su la testa!  

Marco Valesi